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CBD effetti sul cervello: come funziona la cannabis light

Il cannabidiolo (CBD, o cannabis light) è un composto non psicoattivo presente nelle piante di cannabis che ha guadagnato popolarità negli ultimi anni grazie ai suoi potenziali benefici terapeutici. A differenza del tetraidrocannabinolo (THC), un altro composto attivo della cannabis, il CBD non produce uno “sballo” ed è generalmente ben tollerato dalla maggior parte delle persone. Tuttavia, molte persone sono ancora curiose di sapere come il CBD agisce sul cervello e quali sono i potenziali effetti positivi e negativi. In questo articolo approfondiremo la scienza che sta alla base degli effetti del CBD sul cervello ed esploreremo i suoi potenziali usi.

Come funziona il CBD: Cosa succede nel cervello

Uno dei modi in cui il CBD agisce è interagendo con il sistema endocannabinoide (ECS) nel cervello. L’ECS è un complesso sistema di recettori, enzimi ed endocannabinoidi che è coinvolto in un’ampia gamma di processi fisiologici, tra cui dolore, umore, appetito e sonno. Quando il CBD viene consumato, interagisce con l’ECS in diversi modi.

Inibizione della degradazione dell’endocannabinoide anandamide

Uno dei modi principali in cui il CBD agisce nel cervello è l’inibizione della degradazione dell’endocannabinoide anandamide. L’anandamide è nota come “molecola della beatitudine” perché è stato dimostrato che produce sensazioni di felicità e benessere. Inibendo la degradazione dell’anandamide, il CBD può aumentarne i livelli nel cervello, con conseguente aumento del senso di benessere.

CBD e serotonina

Il CBD interagisce anche con altri recettori cerebrali, tra cui quello della serotonina. La serotonina è un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore, dell’ansia e del sonno. Legandosi al recettore della serotonina, il CBD può modulare la sua attività, determinando una riduzione dell’ansia e un miglioramento dell’umore.

Riduzione dell’infiammazione

Un altro modo in cui il CBD agisce sul cervello è la riduzione dell’infiammazione. L’infiammazione è una causa comune di molti disturbi neurologici, tra cui il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla. Riducendo l’infiammazione, il CBD può aiutare a prevenire e trattare queste patologie. Infine, è stato dimostrato che il CBD ha effetti neuroprotettivi. Ciò significa che può contribuire a proteggere il cervello dai danni causati da vari fattori, tra cui lo stress ossidativo, la neurotossicità e l’infiammazione. Proteggendo il cervello, il CBD può essere in grado di prevenire o rallentare la progressione di un’ampia gamma di disturbi neurologici.

Interferenza con i farmaci

Il CBD può interagire con alcuni farmaci, compresi gli anticoagulanti, e può causare effetti negativi. È importante parlare con il proprio medico prima di assumere il CBD se si stanno assumendo farmaci.

Effetti collaterali

Il CBD è generalmente considerato sicuro e ben tollerato, ma alcune persone possono manifestare effetti collaterali come secchezza delle fauci, nausea e vertigini. Questi effetti collaterali sono generalmente lievi e scompaiono da soli. Tuttavia, se si verificano effetti collaterali gravi, è importante interrompere l’assunzione di CBD e consultare il medico. Leggi anche: CBD – effetti sessuali

Dosaggio consigliato

Il dosaggio raccomandato di CBD può variare a seconda dell’individuo e della condizione da trattare. È importante iniziare con una dose bassa e aumentarla gradualmente fino a raggiungere l’effetto desiderato. Il consiglio generale è di iniziare con 5-10 mg al giorno e di aumentare di 5-10 mg ogni settimana fino a raggiungere un massimo di 50-100 mg al giorno.

Chi può trarre beneficio dall’uso del CBD?

Il CBD può essere utile per diverse condizioni, tra cui:
  • Dolore cronico: il CBD può aiutare a ridurre il dolore cronico interagendo con i recettori del dolore del cervello.
  • Epilessia: È stato dimostrato che il CBD riduce le crisi nelle persone affette da epilessia, in particolare quelle che non rispondono bene ai farmaci tradizionali.
  • Disturbi neurodegenerativi: Il CBD può contribuire a proteggere dai danni neurologici e a rallentare la progressione di disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson.

F.A.Q

D: Il CBD è psicoattivo?

R: No, il CBD è un composto non psicoattivo che non produce uno “sballo” né altera la percezione.

D: Il CBD può causare effetti collaterali?

R: Il CBD è generalmente considerato sicuro e ben tollerato, ma alcune persone possono manifestare effetti collaterali come secchezza delle fauci, nausea e vertigini.

D: È sicuro assumere il CBD con altri farmaci?

R: Il CBD può interagire con alcuni farmaci, quindi è importante parlarne con il proprio medico prima di assumere il CBD se si stanno assumendo farmaci.

D: Qual è il dosaggio consigliato di CBD?

R: Il dosaggio raccomandato di CBD può variare a seconda dell’individuo e della condizione da trattare. È importante iniziare con una dose bassa e aumentarla gradualmente fino a raggiungere l’effetto desiderato.

D: Chi può trarre beneficio dall’uso del CBD?

R: Il CBD può essere utile per diverse patologie, tra cui il dolore cronico, l’epilessia e i disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Tuttavia, è importante parlare con il proprio medico prima di assumere il CBD per determinare se è giusto per voi.

Conclusioni

Il CBD è un composto promettente che presenta potenziali benefici terapeutici per diverse patologie. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti del CBD sul cervello, le prove attuali suggeriscono che può aiutare ad alleviare l’ansia e la depressione, a ridurre l’infiammazione e a migliorare la qualità del sonno. È importante parlare con il proprio medico prima di assumere CBD e iniziare con una dose bassa per ridurre al minimo il rischio di effetti collaterali. Con il giusto dosaggio e un attento monitoraggio, il CBD può essere un’utile aggiunta alla vostra routine sanitaria.
  1. Cannabidiol in Anxiety and Sleep: A Large Case Series. Scott Shannon, Nicole Lewis, Heather Lee and Shannon Hughes – The Permanente Journal Vol. 23, No. 1 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6326553/
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  3. Pharmacotherapeutic considerations for use of cannabinoids to relieve pain in patients with malignant diseases. Marija Darkovska-Serafimovska, Tijana Serafimovska, Zorica Arsova-Sarafinovska, Sasho Stefanoski, Zlatko Keskovski and Trajan Balkanov – Journal of Pain Research, Volume 2018:11 Pages 837—842
  4. Antioxidative and Anti-Inflammatory Properties of Cannabidiol. Sinemyiz Atalay, Iwona Jarocka-Karpowicz, and Elzbieta Skrzydlewska – Antioxidants (Basel). 2020 Jan; 9(1): 21  https://www.mdpi.com/2076-3921/9/1/21

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